A mostrarla al pubblico presente è il presidente dell’Ordine degli avvocati di Vasto, Vittorio Melone: una mappa dell’Abruzzo in cui più della metà, la parte più a sud, è “terra di nessuno”, ovvero senza gli attuali tribunali di riferimento: Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto: il il 60% del territorio, percentuale destinata a salire se si considera la popolazione di riferimento.
L’occasione è la nuova giornata di mobilitazione contro la chiusura dei tribunali minori che in Abruzzo comporterebbe l’accentramento di quelli minori nelle sedi di Chieti (per Lanciano, Vasto e il distaccamento di Ortona) e L’Aquila (per Avezzano e Sulmona): conferenza stampa tenuta davanti al palazzo di giustizia da Melone, il presidente del tribunale Bruno Giangiacomo, il sindaco Francesco Menna e la deputata Carmela Grippa. Presenti tra il pubblico il consigliere regionale Pietro Smargiassi, i rappresentanti di altri ordini e associazioni di categoria e amministratori comunali; assenti gli esponenti vastesi del centrodestra e gli altri sindaci del territorio.
PARERE NEGATIVO DEL MINISTERO – si è aperta con la novità del parere negativo del ministero della Giustizia arrivato durante la notte riguardo gli emendamenti presentati dai parlamentari abuzzesi sulla richiesta di una nuova proroga. Per evitare la bocciatura, questi sono stati ritirati per essere ripresentati alla prima occasione utile.
“Gli emendamenti – conferma Grippa – saranno ripresentanti con il decreto Sostegni bis. L’appello ai parlamentari abruzzesi è poi convergere su quello che andrà avanti.
RISCHIO PARALISI – Il rischio che si corre con l’accorpamento (che senza ulteriori proroghe si concretizzeerebbe nel settembre 2022) è quello di una paralisi. Tale tema torna spesso negli interventi di Melone e Giangiacomo. “Concentrare l’attività in un’unica struttura – dice il presidente dell’Ordine degli avvocati –non è adeguato. I tribunali di Lanciano e Vasto sono più grandi di quello di Chieti, il rischio è di bloccare la macchina della giustizia, come successo altrove, Larino tanto per citarne uno. A Chieti troverebbero difficoltà anche gli avvocati. Basti pensare a questo periodo di pandemia in cui gli hanno potuto accedere nel tribunale chietino per due ore a settimana”.
Così, Giangiacomo rispolvera l’ipotesi di un tribunale unico Lanciano-Vasto “con il primo come sede dei processi civili e Vasto per quelli penali. Se la Corte d’Assise deve restare a Lanciano, non sarebbe una questione di vitale importanza. Il tempo della proroga deve però servire per prendere in considerazione soluzioni in grado di soddisfare le varie esigenze. Ad esempio quella degli enti locali che sostengonoo alcune spese è una strada percorribile, come già accaduto per i giudici di pace”.
Un altro interessante dato portato alla discussione è quello citato da Melone sulla differenza della spesa per gli immobili: a Chieti già adesso gli affitti superano il milione di euro all’anno (780mila euro per il tribunale, 240mila per la Procura della Repubblica) destinato a lievitare per ospitare anche l’attività dei tribunali di Vasto e Lanciano.
“Il clima che si è creato intorno al caso dell’Abruzzo ci fa ben sperare – ha concluso Melone – Ora l’obiettivo è una nuova proroga, la soluzione definitiva, come ci ha detto il sottosegretario Francesco Paolo Sisto, potrà arrivare solo con un governo politico”.