È rimasto aperto nonostante tre provvedimenti di chiusura, di due giorni, poi di cinque ed infine di trenta. Ora per il locale del centro di Lanciano è stato disposto il sequestro preventivo penale dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa.
Ma il titolare, Massimiliano Serrapica, continua convinto nella sua disobbedienza civile in adesione al cartello #ioapro che contesta in tutta Italia la disposizione del Dpcm che bloccava il settore ristorazione. Una contestazione convinta quella di Serrapica che ha più volte affermato “Sarò il primo ristoratore a finire in galera per difendere il suo diritto a lavorare“.
Il gip, come riferisce l’Ansa, ha motivato il provvedimento di sequestro, chiesto dalla Procura di Lanciano, con la violazione delle norme sanitarie anticovid contenute del Dpcm. I sigilli al locale sono stati apposti dagli agenti del Commissariato, diretti dalla dirigente Lucia D’Agostino.
Nonostante i divieti del Dpcm, il locale è rimasto aperto ospitando regolarmente clienti i quali, in tal modo, hanno voluto dimostrare solidarietà. Nei giorni scorsi nel locale è stato festeggiato anche un ristretto pranzo di nozze di una coppia di sposi ortonesi e diversi avventori sono giunti dalle Marche e dal Teramano. Contro i provvedimenti amministrativi e penale, i legali di Serrapica annunciano ricorso.