“Tante sono le donne che ce la fanno, è importante chiedere aiuto perché uscire da una situazione di violenza è possibile”. A dirlo è Licia Zulli, referente del centro antiviolenza Dafne di Lanciano, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne che si celebra oggi, 25 novembre.
Il lockdown e la permanenza forzata in casa di tutti i membri della famiglia, così come rilevato a livello nazionale, ha portato ad un incremento degli episodi di violenza domestica di cui le donne si trovano purtroppo vittime. “Con il lockdown sono aumentate le violenze e anche la difficoltà di chiedere aiuto – dice Licia Zulli a Zonalocale – e in una situazione, quella locale, in cui il 100% dei maltrattamenti avviene in famiglia, è facile comprendere quanto tutto diventi ancora più complicato”.
15 sono le donne che il centro antiviolenza frentano sta seguendo stabilmente nell’ultimo anno e due sono le donne che sono state allontanate dalle proprie case perché in serio pericolo di vita. Numeri che però sembrano essere solo la punta di un iceberg ben più grande, fatto di un mondo di violenza sommersa, in cui le donne, minacciate e maltrattate, hanno paura a farsi avanti e continuano a vivere in una situazione di pericolo, spesso anche per i propri figli. Ma è proprio qui che devono scattare speranza e coraggio. E la violenza, così come l’amore tossico, è trasversale, non ha un target socio culturale di riferimento, ma è democratica.
“Quello che vogliamo dire alle donne vittime di violenza – sottolinea la Zulli – è di non aver paura di chiamarci e chiedere aiuto, sin dalle prime avvisaglie, così da poter essere supportate. Perché anche se nei tg vediamo sempre tanti, troppi, femminicidi, vale la pena ricordare che in tante, ma mai troppe, riescono a venirne fuori ed a chiudere definitivamente quel capitolo della propria vita”.
E sono tanti i progetti che il centro Dafne mette in campo per aiutare le donne a ricominciare. Come il progetto Eva, portato avanti dal centro con diversi comuni, tra cui quello di Lanciano, grazie al quale 4 donne vittime di violenza del nostro territorio sono state inserite in altrettante aziende in un percorso di inclusione lavorativa che vuole renderle autonome economicamente.
“Come dimostrano i dati del Ministero dell’Interno dello scorso agosto, dall’inizio della pandemia c’è stato un forte incremento degli episodi di violenza contro le donne e un gravissimo aumento dei casi di femminicidio: dal 9 marzo al 3 giugno sono state 44 le donne vittime di femminicidio, quasi una ogni due giorni e sono triplicati gli omicidi commessi in ambito domestico. – a dare questi preoccupanti numeri è Dora Bendotti, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lanciano – Fatti che avvengono per la maggior parte tra le mura di casa, in ambienti familiari dove la donna viene sottomessa con violenze psicologiche e fisiche, dove a causa dell’isolamento del lockdown o delle restrizioni le occasioni di violenza aumentano. Appare chiara dunque la necessità, l’urgenza, di aumentare le difese e le risposte che la società civile, le Istituzioni a partire dal Governo e tutti coloro che hanno ruoli di responsabilità devono offrire alle donne in [mar_dx] termini di strumenti concreti di aiuto, di sostegno, di soccorso. La nostra Amministrazione – spiega – farà come sempre la sua parte in questo momento così difficile per tutti, in particolare per le donne, attraverso lo sportello e il numero rosa dedicato e le numerose azioni che in questi anni abbiamo messo in campo, non ultimo un progetto che ha dato la possibilità a donne vittima di violenza di potersi nuovamente inserire nel mondo del lavoro”.
Ed è proprio in occasione di questa Giornata, che il centro antiviolenza Dafne ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Ferma la violenza” con la distribuzione di una serie di adesivi per contrastare il silenzio che ancora contraddistingue gli episodi di violenza sulle donne, in particolare quelli di violenza domestica ed incentivare le richieste di aiuto ai numeri 0872.40854 e 371.3402265.
“È possibile incappare in una relazione sbagliata, violenta ed è necessario smettere di colpevolizzare le donne. Se accade è perché si incontra un uomo che ha un equivoco culturale su cosa sia una relazione con una donna. – conclude Licia Zulli – È necessario trovare il coraggio di chiedere aiuto perché è proprio da quel piccolo primo passo che rompe il silenzio che inizia il percorso porta alla fine della violenza”.