La Seconda Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile di Chieti ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip del tribunale di L’Aquila, Baldovino de Sensi, nei confronti di un insegnante di 48 anni, dirigente scolastico di due istituti di scuola secondaria di II grado della provincia di Chieti, attualmente sospeso dal servizio e già agli arresti domiciliari con l’accusa di aver compiuto ripetuti atti sessuali ai danni di un alunno minorenne [LEGGI QUI].
L’ordinanza è stata emessa a seguito di attività di indagine esperita e coordinata da Guido Cocco, Sostituto Procuratore nella Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila, in quanto ritenuto responsabile del reato di prostituzione minorile posto in essere nei confronti di un minore degli anni diciotto di questa provincia con il quale l’indagato avrebbe compiuto più volte atti sessuali in cambio di denaro.
Tale corrispettivo economico sarebbe stato elargito a volte mediante consegna diretta di somme di denaro in contante oppure effettuando ricariche su una carta Postepay nella disponibilità del minore.
L’attività di indagine è scaturita da quella già in corso presso la Procura della Repubblica di Chieti, in relazione alla quale, lo scorso 19 giugno, era stata eseguita altra ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Chieti, Andrea Di Berardino su richiesta del pm Marika Ponziani per il reato di atti sessuali con minorenni ed alla quale il predetto è tutt’ora sottoposto.
In tale pregressa contestazione era emerso che, il preside, abusando dei poteri connessi alla propria funzione, avrebbe [mar_dx] compiuto ripetutamente atti sessuali con un proprio alunno minore sia all’interno della scuola, all’epoca da lui diretta e frequentata dallo stesso minore nonché conducendolo, sempre in orario scolastico, presso una propria abitazione sita in altro Comune di questa provincia.
A tale ulteriore contestazione operata dalla Procura Distrettuale si è pervenuti dall’analisi del materiale informatico già sequestrato nel corso di pregressa perquisizione domiciliare effettuata a carico dell’arrestato. È infatti emerso che, era consuetudine, da parte del preside, contattare i minori che con lui interagivano attraverso chat dedicate ad incontri per uomini.