Sale a 56 il numero di positivi a Lanciano, con 4 nuovi casi acclarati nelle ultime ore, tra cui due 28enne ed un 17enne, il più giovane contagiato. Sale anche il numero dei lancianesi in quarantena che da 124 è arrivato a 132 e dei decessi, ben 6.
A dirlo è il sindaco Mario Pupillo, nel suo consueto appuntamento social per rendicontare alla città dell’emergenza coronavirus.
“Nel panorama provinciale e regionale il Renzetti è stato individuato come ospedale no Covid, compito che si è rivelato subito insostenibile in relazione al contagio ospedaliero di pazienti apparentemente liberi da virus ma poi risultati positivi dopo l’effettuazione del tampone. – commenta il sindaco – Prima il reparto ortopedia, poi la medicina, l’unita intensiva di cardiologia e quindi il reparto di otorinolaringoiatria: il tutto a sottolineare come definire e mantenere un ospedale no Covid sia un compito oltremodo complesso e complicato. Segnalo, purtroppo e con amarezza, che non c’è mai un’informazione dalla Regione e dalla Asl verso il Comune di Lanciano o ai Comuni del comprensorio in modo che queste informazioni possano essere veicolate in modo certo. Tutto quello che si viene a sapere e che apprendiamo, lo apprendiamo da indiscrezioni o notizie di stampa. Non esiste un provvedimento o che almeno venga reso noto, per cui ci chiediamo chi decide e con quali procedure si agisce”.
“La definizione di ospedale No Covid per il Renzetti ha generato una sorta di emarginazione anche comunicativa per quello che accade e o si vorrà decidere per l’ospedale: – prosegue il sindaco – il tutto è partito dalla resistenza del direttore generale ad allestire le tende per il pre-triage, alla sottrazione di due posti letto di rianimazione, alla chiusura e “riapertura” dei reparti senza spiegare, programmare, rassicurare la popolazione che insiste sul Renzetti. Concretamente tutto si traduce con i fondi stanziati per gli ospedali covid e gli zero euro per il Renzetti di Lanciano. Insomma gli ospedali no covid non hanno bisogno di nessuna provvidenza straordinaria. Nemmeno i dispositivi di protezione individuale come le mascherine, i camici, gli occhiali, ecc: materiale indispensabile per tentare di rimanere ospedale [mar_dx] NO Covid e quindi continuare a erogare le prestazioni dei tempi ordinari visto che il bisogno di salute non si è fermato”.
Ma la cosa sconcertante, secondo Pupillo, è il ritardo “inaccettabile e inspiegabile” con cui vengono refertati i tamponi. Il DPCM prevede la risposta in 36 ore. In altre Regioni, ad esempio Toscana e Marche le risposte arrivano entro il giorno successivo. “In Abruzzo abbiamo risposte dopo diversi giorni, addirittura due settimane. Come si può accettare una constatazione di questa portata che genera ritardo nelle cure, nella quarantena dei familiari e quindi un rischio personale e di comunità insostenibile. Cosa rispondono il presidente Marsilio e l’assessore alla Sanità Verì di questi tempi inaccettabili? – si chiede Pupillo – Come possono essere tranquilli conoscendo questo problema? Penso che possano esserci le condizioni per un per un commissariamento regionale o di azioni di rivalsa da parte delle persone che incorrono in queste ritardi, siano essi personale sanitario o cittadini e familiari di Covid positivi. Da settimane non abbiamo nessuna risposta in merito ad una carenza insostenibile. E con questi ritardi come si può organizzare un ospedale no Covid?”.
In definitiva, le richieste che il sindaco Pupillo rivolge ad Asl e Regione Abruzzo sono forti e chiare. “Invio puntuale delle informazioni sensibili e dei provvedimenti firmati. – precisa – Aggiornamento costante e fruibilità massima per i cittadini del sito della Asl2 non solo con delibere aziendali ma anche con note e disposizioni sensibili e della Regione Abruzzo con DgR e DPGR, invio del materiale di protezione individuale all’ospedale Renzetti e – conclude – predisposizione di un piano di rafforzamento diagnostico, strumentale e strutturale per il Renzetti”.