“Non ci ha sorpreso la conferenza stampa indetta dall’Amministrazione comunale. Si è mobilitato persino il sindaco per spiegare che senza fatture non si possono erogare i fondi? No. Si è voluto lanciare l’ennesimo attacco alla nostra associazione”. Non si fa attendere la risposta dell’associazione quattrozampelanciano.it a seguito della conferenza indetta una settimana dall’Amministrazione [LEGGI QUI].
“È la prima volta che il Comune risponde pubblicamente e con tale dispiegamento di forze ad una nostra istanza, peraltro giustificata visto il lasso di tempo trascorso dall’avvio dell’appalto (1 gennaio 2019) sino al 18 febbraio 2019 data in cui abbiamo legittimamente richiesto un “anticipo” sulle prestazioni già eseguite, preceduto chiaramente da emissione di regolare fattura elettronica, ma mai accordato dalla stessa amministrazione. Amministrazione che, – si legge nella nota – dopo un ping-pong di comunicazioni con l’associazione, ha soltanto, in data 4 aprile e con infinito ritardo, fatto conoscere l’esatta indicazione degli importi da esporre in fattura e che adesso ci accusa invece di avere impiegato 10 giorni per elaborare la fattura corretta, mentre i nostri cani non avevano di che sopravvivere”.
E l’associazione rimanda al mittente anche le accuse di una presunta richiesta di annullamento del bando per la gara d’appalto per la gestione del canile. “Il bando di gara è stato concepito principalmente per soggetti economici che per struttura ed attitudine esercitano in via “principale” attività commerciale e non in via “sussidiaria” come accade per le associazioni senza fini di lucro. Tant’è che il requisito – spiega quattrozampelanciano.it – dell’iscrizione alla Camera di Commercio previsto dal disciplinare di gara, è stata di non facile attuazione. Infatti l’iscrizione nella sezione “Only Rea” della Camera di Commercio, prevista per fondazioni, associazioni ecc, ha richiesto la presentazione di documentazione amministrativa emessa all’interno di un processo storico di rapporti tra l’associazione quattrozampelanciano.it ed il Comune di Lanciano (Determine, delibere, contratti e rinnovi di contratto), quindi con gli strumenti amministrativi e giuridici corretti, abbiamo elencato le criticità e chiesto l’annullamento. Non compete a noi sanare le numerose e gravi carenze strutturali e amministrative del canile che abbiamo in anni varie volte indicato senza ottenere riscontri. Stessa cosa per quanto concerne la nomina del veterinario: la nostra mail del 31/01/2019 non ha avuto riscontro a tutt’oggi. Già l’11/3/2014 avevamo chiesto la messa a norma per sicurezza antincendio dell’impianto GPL e caldaia, estintori e impianto elettrico. Ribadito mensilmente a partire dal 02/05/2017 nella relazione che ci è stato chiesto di inviare all’Ufficio Tutela Ambiante. Si deve sapere che le relazioni da noi inviate si sono succedute identiche (copia-incolla) senza che nulla avvenisse in questi anni a spiegare il mancato intervento da parte del Comune”.
E l’associazione coglie anche l’occasione per precisare quale sia la cifra erogata dal Comune. [mar_dx]
“La reale somma destinata all’aggiudicatario per la gestione triennale del canile municipale non è quella sbandierata pubblicamente di 422.410,00 euro. – dicono i gestori del canile – Questa cifra infatti comprende l’Iva al 22% da noi esposta in fattura ma che non incassiamo e che ogni Pubblica Amministrazione, in deroga alle regole generali, devia ovvero versa direttamente all’Erario in forza dello “Split payment” previsto dalla Legge di stabilità 2015. A noi arrivano soltanto 346.238,00 euro che conti alla mano equivalgono ad 1,58 euro al giorno per ogni cane custodito all’interno del canile ed anche per quelli oltre i 200. Siamo, quindi, ancora molto lontani dai 4 euro previsti nelle linee guida del Ministero. Non si può chiedere a noi di mostrare collaborazione quando questa ci viene costantemente rifiutata da un Comune incapace di capire il significato del nostro lavoro”.
“Noi siamo liberi cittadini, non dipendenti PA, che si sono associati per gestire un servizio pubblico delicato. Siamo motivati – dicono gli operatori – e quindi garantiamo un’assistenza attenta e continua agli animali che ci sono affidati e abbiamo dimostrato di sapere amministrare le risorse disponibili sapientemente e con vantaggio per il Comune (numero adozioni fatte, sterilizzazioni assicurate, realizzazione di 12 box, realizzazione ricovero gatti). C’è quindi un valore sociale e umano nel nostro lavoro che non viene riconosciuto. Ci si considera dipendenti del Comune o estranei all’Amministrazione, a seconda delle convenienze quando, invece, un’Amministrazione responsabile avrebbe il dovere di sostenerci, incoraggiarci e assisterci per facilitare il nostro lavoro. Dobbiamo tutti ricordarci, mettendo da parte la facile retorica, che stiamo parlando di un servizio rivolto a esseri senzienti e, per di più, privati della loro libertà. Ai nostri cani, come è doveroso, non offriamo solo cibo”.
[mar_sx] E sottolineano come tutto ciò che riguarda le condizioni di detenzione degli animali, ovverosia pulizia orecchie, tosatura estiva, riscaldamento invernale, diete differenziate, terapie somministrate più volte al giorno, aree alberate per lo sgambamento, siano state garantite da sempre, molto prima che questi requisiti venissero esplicati con questo ultimo bando.
“Questa è l’innegabile e documentata realtà nella quale siamo costretti a operare. – conclude la nota – Pertanto riteniamo che sia interesse di tutte le parti arrivare a un accordo di collaborazione che consenta di lavorare tranquillamente. Non vorremmo piegarci all’approccio personalistico impostoci dall’Amministrazione. Crediamo che in un Paese normale e civile l’interazione con la PA debba mantenersi nei termini professionali prima che personali. Ma siamo disponibili a individuare altri soci tra i nostri operatori per interagire direttamente con il Comune vista l’avversione dimostrata da questo nei confronti della signora Saltarella. Chiediamo, – dice infine la nota – però, che la stessa disponibilità e rigore si manifestino da parte del Comune perché si arrivi, finalmente, a instaurare un clima di collaborazione e rispetto che assicuri la maggiore correttezza possibile nei rapporti tra Ente e l’Associazione che gestisce il canile”.