Sono passati 9 anni da quel tragico 6 aprile 2009, quando alle 3.32 la terra ha scosso L’Aquila e si è portata via la vita di 309 persone, ne ha ferito oltre 1600 e causato danni per oltre 10 miliardi. E sono passati 9 anni dalla scomparsa di Ilaria Rambaldi, studentessa lancianese di 25 anni, rimasta uccisa con il fidanzato Paolo sotto le macerie della sua casa in via Campo di Fossa.
“Dal 20 marzo all’8 aprile la mia mente si ferma e col passare degli anni il dolore non accenna a diminuire, anzi, si rafforza sempre di più e sono certa che sarà sempre con me”. Così l’avvocato Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria, parla di come ogni anno il 6 aprile riapra una ferita mai chiusa davvero e faccia tornare a galla emozioni e ricordi come fosse ieri.
“Ilaria si sentiva sicura di stare a L’Aquila, aveva ascoltato le rassicurazioni della Commissione Grandi Rischi e non aveva paura, per questo aveva deciso di restare nonostante fosse la Domenica delle Palme. – ricorda la Piccinini – Avevamo anche discusso per questo, ma io conoscevo la sua prudenza e mi sono fidata”. Ilaria di lì a poco avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria, avrebbe dovuto consegnare alcune tavole e poi concludere la tesi e poi sarebbe stato tutto finito. Purtroppo però non è stato così. “Non faccio che ripensare al suo essere così affettuosa, ai suoi progetti per il futuro, mi manca, mi manca sempre tanto. – dice la mamma a Zonalocale – Era un uragano di affetto quando tornava, entrava nel mio studio e si sedeva sulle mie ginocchia per darmi un bacio anche se c’erano clienti, mi manca tutto di lei”.
La casa di Ilaria, quella notte, si è completamente accartocciata su se stessa non lasciando scampo né a lei, né al fidanzato Paolo, travolti nel sonno da quella terribile scossa, tra quattro mura evidentemente non così sicure, in una zona in cui non si sarebbe dovuto costruire. E per questo da allora l’avvocato Piccinini ha fondato la Ilaria Rambaldi Onlus, con cui fa informazione e prevenzione, cercando di inculcare tra i più giovani una nuova mentalità che li porti ad essere più responsabili e meno superficiali. “Sono contenta di quello che faccio con l’associazione, ma la rabbia è sempre tanta. – spiega l’avvocato – Perché faccio quello che dovrebbe fare lo Stato e non solo nessuno mi aiuta, ma vengo anche ostacolata da chi doveva proteggere mia figlia e non l’ha fatto. Il nostro è un problema culturale profondo e provo a scardinarlo ogni giorno anche se è difficile”.
Così come è nello stesso tempo dolce e difficile ascoltare i racconti degli amici di Ilaria, tra ricordi, aneddoti e sogni di chi, dopo 9 anni, di certo non l’ha dimenticata. “Il prossimo anno, per il decennale – prosegue la Piccinini – vorrei organizzare qualcosa di bello per ricordare Ilaria. Una messa con don Luigi, il parroco aquilano preferito da mia figlia, con testimonianze e ricordi perché sento il bisogno di un ricordo quasi ‘fisico’ e condiviso”.
E oggi sembra quasi facile mettere insieme i pezzi e vedere in alcuni segni una macabra premonizione di quanto sarebbe poi accaduto. “Da agosto 2008 Ilaria era inquieta e spesso piangeva senza un apparente motivo, – ricorda la mamma – e io quasi la sgridavo ma lei mi diceva di una strana sensazione, quasi una premonizione, che le sarebbe accaduto qualcosa di brutto”.
E otto mesi dopo, Ilaria se n’è andata senza far rumore, col suo Paolo, sotto le macerie per 36 ore prima che i soccorsi riuscissero a trovarla, sotto una casa venuta giù come uno castello di sabbia. Ma anche in alcune sue poesie trovate postume, non si ha la sensazione di qualcosa di incompiuto, ma di una grande gioia di vivere e la consapevolezza che la felicità è fatta di attimi.
Proprio come in questi suoi versi:
“Sono pochi gli attimi
in cui si vive la felicità
quindi non ci resta che farci padroni
di quei momenti preziosi.
che potranno finire lì….
senza sapere se si potranno ripetere o no…
Meglio lussureggiare
in quei momenti di felicità
essere allegri, spensierati e magari
fare qualsiasi follia.
Spero di potermi fare padrona
di tutto il tempo che passo con voi così
se un giorno ci dovessimo dividere,
saprò il motivo dei miei pianti e
saprò che quelle saranno le uniche
e vere lacrime versate per amore!!!“