Il rischio è la “desertificazione di questa parte dell’Abruzzo”, l’unica cura è il tribunale diffuso. Non ha usato mezzi termini stamattina il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, nell’illustrare alla stampa insieme al collega Francesco Menna (in municipio a Vasto) la proposta di accorpare i due tribunali minori che rischiano la chiusura.
Una conferenza congiunta Vasto-Lanciano per sottolineare che “il campanilismo è stato superato”. Un presidio di legalità, quindi, con due sedi dalle funzioni specifiche: questo punto è lungi dall’essere deciso, ci sarà bisogno ancora di numerosi passaggi per arrivare alla definizione delle singole specificità.
“La desertificazione è un rischio sempre presente – ha detto Pupillo – L’avanzare della malavita organizzata è un segnale affinché si lascino qui questi presidi. L’esperienza unica, d’altronde, è già in cammino con la Corte d’Assise. Il presunto risparmio dell’eliminazione di queste sedi è superato dai costi indiretti che ricadrebbero sui cittadini e i portatori d’interesse (avvocati ecc.) per i trasferimenti a Chieti o Pescara. Chi è contro questa proposta fa solo campagna elettorale”.
[ant_dx]La proposta dovrà essere valutata dal prossimo governo, nel frattempo il passo successivo sarà quello di un tavolo congiunto con gli ordini forensi, i portatori d’interesse, sindacati ecc. L’argomento, poi, passerà in entrambi i consigli comunali per avere il massimo consenso.
“La speranza – ha aggiunto Luciano Lapenna – è che questo esempio virtuoso sia ripreso anche da Avezzano e Sulmona che finora non hanno aggiunto un accordo”.
“In questo modo – ha concluso il presidente del consiglio comunale di Lanciano, Leo Marongiu – non vincono i campanili”.
E “Lanciano-Vasto”? “Ovviamente – ha precisato in tono scherzoso il presidente del consiglio vastese, Giuseppe Forte – Se ci sarà prima Lanciano sarà solo per una questione di ordine alfabetico”.