“Il cartello indicante il divieto di accesso di transitare in ZTL non risulta posto a distanza adeguata da permettere agli automobilisti di percepire il divieto e porre in essere manovre adeguate ad evitare l’ingresso”. Con queste parole il giudice di pace Angela Calderoni ha accolto il ricorso dell’avv. Quirino Ciccocioppo per conto di una cittadina straniera che si è vista recapitare a casa ben 11 multe per un totale di più di mille euro.
Il Comune di Lanciano, opponendosi al ricorso, aveva risposto che “i varchi sono regolarmente segnalati” ed inoltre affermava che “il semaforo (ora tolto perché illegale, ndr) rappresentava un quid pluris non prescritto dalla legge”. Ma il giudice di pace ha dato torto all’amministrazione rifacendosi al codice della strada che “stabilisce uno spazio minimo di avvistamenti del segnale di almeno 80 metri in maniera tale che i segnali siano percepibili dall’automobilista sia di notte che di giorno”. E soprattutto nei casi in oggetto, quali via dell’Asilo e via dei Funai, questo evidentemente non accade.
“La Suprema Corte di Cassazione – si legge nelle motivazioni del giudice di pace – ha dichiarato che se la segnaletica stradale non è visibile, le multe non sono valide” e nel caso in oggetto “l’automobilista ha dato dimostrazione che, pur adottando le diligenza del caso, non ha avuto la possibilità di percepire il cartello ed il suo significato in quanto non era prospiciente il senso di marcia dello stesso”.
Per ora sono ‘solo’ 11 le sanzioni annullate perché i cartelli non sono ritenuti a norma ma, di sicuro, la sentenza del giudice Calderoni è destinata a fare da apripista ad una lunghissima serie di nuovi ricorsi.