Si sono fatti attendere in piazza Plebiscito per più di mezz’ora gli attivisti di Casapound provenienti dalle quattro province abruzzesi, dal Molise e da Tivoli per la manifestazione organizzata in occasione del Giorno del Ricordo per celebrare i martiri delle foibe e che tante polemiche ha destato in città (QUI l’articolo) e seppur con ritardo e con un dispiegamento di forze dell’ordine eccessivo, il corteo è partito alle 19 direzione largo Martiri delle foibe.
Erano un centinaio, composti, ordinati e silenziosi accompagnati solo dallo sventolio delle bandiere tricolori e del movimento, e dal suono di un tamburo che ha scandito i passi dei partecipanti per tutto il corteo che, partendo da piazza Plebiscito, è salito su lungo il corso Trento e Trieste tra gli sguardi attoniti dei lancianesi, fino a viale delle Rose per arrivare alla deposizione della corona di fiori, portata da due ragazze in testa al corteo, dietro solo il grande striscione nero con su scritto “onore ai martiri delle foibe”.
Non una parola, un saluto o un discorso neanche da parte del responsabile cittadino Marco Pasquini, né da quello regionale Simone Laurenzi, ma solo silenzio ed un’organizzazione quali militaresca in una manifestazione ordinata e lineare, conclusa dalla luce delle torce stretta attorno al monumento per la deposizione della corona.
Presenti Polizia di Stato in tenuta antisommossa, i Carabinieri, Polizia Municipale e Guardia di Finanza che hanno scortato i manifestanti dall’inizio alla fine con particolare attenzione ai punti più aperti ed alle traverse del corso per arginare qualsiasi possibile e temuto arrivo delle forze antagoniste. Il corteo si è concluso con il ritorno degli attivisti nella sede di Casapound in via Ferro di Cavallo senza attacchi, né scontri.