“La vittoria del No oggi è rivendicata da molti. Io invece credo che, con più umiltà, si debba riconoscere che c’è stato un unico vincitore: la maturità ed il senso di responsabilità del popolo italiano, che ha bocciato una riforma sbagliata”. Ad affermarlo l’on. Fabrizio Di Stefano all’indomani del voto e della vittoria schiacciante delle ragioni del No.
“E’ chiaro però – dice Di Stefano – che c’è stato uno sconfitto sopra tutti: Matteo Renzi, a cui bisogna comunque riconoscere l’onestà delle dimissioni. Renzi è stato battuto sia per i contenuti sbagliati della riforma sia per un giudizio complessivo che si è inteso dare ai suoi mille giorni di Governo. Con lo stesso metodo di valutazione – continua la nota del parlamentare – dobbiamo calarci nella realtà abruzzese, dove i vari “renzini”, tanto a livello di Governo nazionale che regionale, sono stati sonoramente bocciati, con un dato che va ben oltre la media nazionale. Gli abruzzesi hanno infatti capito e bocciato tanto un Governo nazionale, che con i suoi Ministri è stato più presente in Abruzzo in una settimana che nei restanti mille giorni di Governo, quanto un’Amministrazione regionale, il cui vertice, nel tentativo di emulare il Presidente della Campania De Luca, non ha offerto cene di pesce, ma feste e musica a profusione”.
Dure le dichiarazioni anche del responsabile Noi con Salvini Abruzzo, il sen. Paolo Arrigoni. “Gli abruzzesi e gli italiani, votando in massa il No, hanno sconfitto l’ideologia renzista che voleva portare l’Italia al guinzaglio dell’Europa, delle grandi banche e della finanza mondiale. Donne e uomini liberi non hanno così rinunciato al diritto di voto, – prosegue il senatore – hanno detto No al bicameralismo confuso, da attuare con un nuovo Senato di nominati, hanno detto No allo scippo della sanità e di altre competenze alle Regioni (quelle ordinarie, visto che quelle a statuto speciale avrebbero conservato i privilegi) in favore del centralismo clientelare”
E già pone le basi per il dopo Renzi chiedendo larghe intese. “Con un Paese spaccato in due e con il partito, cosiddetto democratico, – conclude Arrigoni – che vivrà all’interno profonde lacerazioni dopo l’esito di questo voto, sarà necessario costruire un fronte il più esteso possibile affinché se revisione della Costituzione deve esserci questa la si debba fare per unire il Paese, per cambiarlo in meglio e con più democrazia”.
Soddisfazione anche da parte dell’Udc che, per bocca del coordinatore regionale Enrico Di Giuseppantonio, commenta il voto referendario in Italia e in Abruzzo. “Gli abruzzesi hanno bocciato una riforma pasticciata e confusa, l’idea di un solo uomo al comando, e lo hanno fatto con una grande partecipazione al voto come ci dimostra il dato dell’affluenza che e’ una straordinaria vittoria della democrazia. – spiega Di Giuseppantonio – Il voto ci dimostra che questa riforma non ha fatto presa sugli abruzzesi che hanno difeso la Costituzione dei nostri padri costituenti”.
Amaro ma comunque positivo il commento del governatore Luciano D’Alfonso. “Gli italiani si sono espressi contro la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, e di questo bisogna prendere atto. Il premier ha comunicato la sua intenzione di rassegnare le dimissioni da capo dell’esecutivo. Ora sarà il Presidente Mattarella a tracciare il percorso istituzionale da seguire. Ho sostenuto con tutte le mie forze il progetto riformatore e l’esperienza di governo di Matteo Renzi, e se potessi tornare indietro lo rifarei persino con maggiori energie, perché sono convinto della bontà di quanto veniva proposto. – afferma D’Alfonso – Sostengo ancora di più la sua attività, poiché ogni volta che c’è stato un problema lo abbiamo sempre trovato presente come persona e come istituzione. Adesso si riparte dai voti espressi a livello nazionale e territoriale senza perdere una sola ora di tempo. Ci vediamo tra 29 mesi per il giudizio che gli abruzzesi dovranno esprimere sull’operato e sulle decisioni della Giunta regionale. Naturalmente alle elezioni territoriali – chiude il presidente – metteremo in campo il lavoro straordinario di una grande coalizione, nella quale i protagonisti cresceranno a vista d’occhio”.