“È proprio in un momento di crisi come questo che gli amministratori devono assumersi le loro responsabilità. Quelle responsabilità che hanno perché sono stati votati e perché hanno cercato quei voti”. Così ha esordito il presidente del consiglio comunale, Leo Marongiu, nel consiglio comunale iniziato poco fa, alle 15, di questo surreale venerdì 13 marzo.
Presente la sola maggioranza, non al completo e con l’assenza dell’intera minoranza, in polemica con l’amministrazione per la scelta di non rimandare l’assise civica, nonostante la situazione sanitaria mondiale.
I consiglieri e il personale sono posizionati secondo le distanze previste dai dpcm in vigore nella sala consiliare. L’ovale al centro è stato riservato interamente alla minoranza, oggi, come detto, assente. All’ordine del giorno ci sono l’approvazione del DUP (Documento Unico di Programmazione) e del bilancio di previsione per il biennio 2020/2022.
“Abbiamo fatto i nostri appelli: lo abbiamo chiesto in conferenza dei Capigruppo, abbiamo scritto al Prefetto, abbiamo fatto appello al sindaco e al presidente del Consiglio comunale. Siamo rimasti inascoltati. Mentre tutto il Paese si ferma, si chiude in casa e si stringe nella difficoltà di questi giorni, il consiglio comunale di Lanciano, alla faccia del buon senso e della cautela, si riunisce per votare il Bilancio di previsione”. È quanto scrivono i consiglieri di minoranza tutti nella lettera che spiega le motivazioni della loro assenza nella sala comunale “Falcone e Borsellino”.
“Ripetiamo per sottolineare l’assurdità della situazione: il governo ha fermato il Paese, chiuso i negozi e le attività, ridotto la produzione industriale, imposto norme che restringono le libertà personali e impediscono qualsiasi tipo di assembramento, chiedendo a tutti i cittadini di sforzarsi per vincere insieme questo male, ed in barba a tutto ciò il consiglio comunale di Lanciano si riunisce per votare il bilancio di previsione. Pochi giorni fa – si legge nella lettera – il consiglio regionale ha sospeso tutti i lavori, annullando le sedute delle commissioni e del consiglio, persino il [mar_dx] Parlamento ha votato lo scostamento di Bilancio in un aula con metà degli onorevoli per garantire il rispetto delle norme di sicurezza. A Lanciano invece no. – dicono – A Lanciano la sicurezza di cittadini ed amministratori lascia spazio al calcolo politico, ai ragionamenti di parte, alla superficialità. A Lanciano il consiglio comunale si riunisce per approvare il Bilancio di Previsione, dando un pessimo esempio alla città ed esponendo tutta l’Assise civica ed i dipendenti comunali ad un inutile, inutilissimo rischio”.
Insomma, non ci stanno al richiamo alla responsabilità del presidente del consiglio e definiscono questa “prova di forza”, uno scatto in avanti, “uno stratagemma per velocizzare l’avvio della campagna elettorale 2021”.
“Negli scorsi anni il bilancio è stato approvato nel 2019 il 15 maggio, nel 2018 il 21 maggio e ci fermiamo qui perché il trend è più che chiaro. Perché quest’anno non è stato possibile? – si chiedono – La scadenza, per ovvie ragioni, è stata differita al 30 aprile, e noi siamo qui a parlare del Bilancio del Comune di Lanciano mentre il Paese piange delle vittime ed affronta la più grave crisi della sua storia recente. Lasciatevelo dire, – affermano senza mezzi termini i consiglieri di minoranza – è una scelta miope, arrogante ed egoista. Miope per le ragioni che abbiamo detto, perché qualsiasi persona dotata di buon senso in una situazione del genere avrebbe fatto un passo indietro e si sarebbe concentrata ragionevolmente sulla gestione dell’emergenza; arrogante perché impone con la forza una scelta assolutamente non condivisa che può portare con sé conseguenze reali e pericolose; egoista non solo perché contraria a quanto indicato dal Governo e dal buon senso, ma anche e soprattutto perché impedisce il corretto svolgimento democratico del consiglio”.
“Siamo soggetti a rischio, ma siamo anche consiglieri comunali e sarebbe stato nostro diritto e dovere di partecipare a questa seduta di Consiglio Comunale. Tuttavia – proseguono – non ce la sentiamo di mettere a repentaglio la nostra salute, quella dei nostri cari e quella degli altri cittadini per la vostra arroganza. Come cittadini non ci sentiamo tutelati, come rappresentanti eletti dei cittadini non ci sentiamo ascoltati. Se queste sono le premesse con cui volete discutere il bilancio preventivo, fate pure, ma non ne faremo parte. Il bilancio poteva essere posticipato, la salute dei cittadini no.