Sono simboli di un territorio, pietre che raccontano la storia ma parlano al presente. Beni da tutelare e valorizzare perchè continuino ad essere nel tempo punti di attrazione e sviluppo culturale. Castelli e palazzi che si stagliano imponenti sui colli nei paesi dell’entroterra o che impreziosiscono strade e piazze dei centri più grandi. Iniziamo oggi un viaggio, tra passato, presente e futuro, alla scoperta di castelli palazzi che sono beni preziosi della terra d’Abruzzo. Ne racconteremo la storia, il presente – a volte segnato dalle difficoltà per la loro cura – e il futuro.
Imponenti, ricche di storie e oggettivamente belle. Le Torri Montanare, con le loro mura che guardano l’Appennino dal quartiere storico di Civitanova, possono dirsi a tutti gli effetti la più bella cartolina di Lanciano.
La storia. Le mura, con le relative torri, riferibiil al XI e XV secolo, vennero erette a difesa del quartiere Civitanova sul colle che era detto “Selva”. Quelle che oggi chiamiamo “Torri Montanare” (definite così perché salutano la Majella e il Gran Sasso) erano state costruite nella parte in cui la città poteva essere invasa in quanto posta in pianura e non su ripide scarpate come tutti gli altri punti. Il sistema difensivo era dotato di lunghi camminamenti, con collegamento sotterraneo ad altra parte della città, dove è situata il Torrione Aragonese del quartiere Borgo. Poi, con l’avvento delle artiglierie, le mura furono adeguate alla nuova realtà militare. E, più recentemente, fino al 1992, tutto il complesso si trasformò in un penitenziario, con circa sessanta detenuti e quaranta agenti; un carcere pesante, faticoso, ma allo stesso tempo familiare, proprio nel cuore di Lanciano.
Il presente. Da struttura difensiva, poi detentiva, oggi il complesso delle Torri Montanare si è trasformato nel Parco delle Arti Musicali. Un parco che ospita le realtà musicali più importanti della città. Dalla scuola civica di musica, al centro ricerche Masciangelo, alla banda Fedele Fenaroli, fino ovviamente all’associazione “Amici della Musica” che, con i suoi concerti delle orchestre giovanili in occasione dell’Estate Musicale Frentana, anima ogni estate la piazza d’Armi con tanti giovani musicisti provenienti da ogni parte d’Italia. Insomma, il complesso delle Torri Montanare e della chiesa di Santa Giovina, da luogo di chiusura e difesa, negli anni, si è aperto alla cultura, che ha dato nuovo respiro ad una struttura nata con ben altri scopi. Ormai da tre anni, l’intero complesso, insieme al largo dell’Appello, ospita anche la settimana medievale organizzata dal Mastrogiurato rendendo la zona una suggestiva cittadella medievale tra stand, spettacoli e giochi d’altri tempi.
Il futuro. Dopo l’intervento di restauro nel 1972, le Torri Montanare necessitano di lavori di messa in sicurezza, consolidamento, restauro e riqualificazione, con l’obiettivo di salvaguardare un patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico della città, di grande rilevanza storica. Il progetto di restauro, in linea con le definizioni contenute nella Carta del restauro del 1972, è finalizzato a mantenere l’integrità materiale de bene in modo da garantire la sua trasmissione nel tempo e ad assicurare la conservazione e la protezione dei suoi valori culturali. L’intervento di consolidamento strutturale e di conservazione dei materiali è stato concepito in modo da eliminare il dissesto ed il degrado delle superfici esterne ed interne, riducendosi al minimo gli interventi tecnici così da non lacerare la materia storica stratificata. Le soluzioni progettuali sono tese a realizzare lavorazioni “migliorative” del bene ma “congruenti” e rispettose della storia del monumento.
“Abbiamo inserito le Torri nel portale Art Bonus – dice l’assessore alla Cultura, Marusca Miscia – che mira a trovare dei mecenati che vogliano aiutare le amministrazioni nella conservazione del patrimonio dei beni culturali”. E sono di un anno e mezzo fa i lavori di messa in sicurezza e agibilità della piazza d’Armi a cura dell’amministrazione, per un importo di circa 50mila euro, ma non bastano. Le mure, fuori, stanno [mar_sx] letteralmente cadendo a pezzi. “Le Torri Montanare, con l’annesso complesso – spiega l’assessore Miscia – sono per noi snodo centrale della cultura e dell’accoglienza turistica in città e non mi stancherò mai di sollecitare Regione e Sovrintendenza affinché si apra un tavolo comune che tracci le linee guida, concrete, per un serio progetto di restauro conservativo del complesso”.
Servono circa un milione e mezzo di euro, ma un biglietto da visita della nostra città, come le Torri Montanare, lo meritano eccome.
Le altre tappe
Il castello medievale di Roccascalegna – LEGGI
Il castello marchesale di Palmoli – LEGGI