Orgoglio, commozione e lo sguardo verso il futuro dei bambini. Per il 75esimo anniversario della rivolta del 5 e 6 ottobre 1943, in tanti hanno voluto prendere parte alle celebrazioni per ricordare il sacrificio dei 13 martiri che, poco più che ventenni, si opposero all’invasore tedesco per difendere un ideale tanto semplice quanto importante: la libertà.
Dalla deposizione della corona al Cippo di Michele De Pasqua, al Monumento ai Caduti in piazza Plebiscito, fino a piazza Martiri Lancianesi, gli alunni delle scuole con in testa i bambini della scuola elementare degli Eroi Ottobrini, le associazioni combattentistiche e le istituzioni, si sono uniti in corteo nel ricordo di quei ragazzi e di quanti ancora oggi sono in vita per raccontare quella pagina di storia che, pur non essendo sui libri di storia, ha fatto grande Lanciano.
“Ho grande rispetto per i vostri martiri – ha detto nel suo intervento il prefetto Antonio Corona – ed ancora oggi, nel rispetto nello stato di diritto, è nostro dovere ricordarli e onorarli. E non dobbiamo farlo solo con queste cerimonie – ha proseguito – ma soprattutto rinnovando il nostro patto di comunità. Solo così i martiri potranno vivere e rivivere”.
Ed è proprio la partecipazione degli alunni delle scuole, soprattutto i più piccoli, a far volgere lo sguardo al futuro, mentre si ricorda il passato, con la poesia dialettale “6 ottobre” di Mario Bosco, recitata proprio da una bambina.
“Ancora oggi non possiamo abbassare la guardia, ma continuare a ricordare per non lasciare spazio a nuovi movimenti sovranisti. – ha concluso il sindaco Mario Pupillo – C’è chi vorrebbe avere sul comodino una pistola, io invece dico di mettere la Costituzione. La nostra Costituzione democratica che ci ricorda quanto siamo tutti uguali. Perché la resistenza non finisce mai”.