“Le istituzioni devono tutelarci, devono garantire il nostro ritorno a casa”. Così Teresa Cappiello, l’assistente sociale aggredita giovedì scorso negli uffici del settore delle Politiche Sociali del Comune di Lanciano [LEGGI QUI], ha concluso il racconto di quanto accaduto durante l’incontro con gli operatori del sociale ed amministratori tenutosi questa mattina nella casa di conversazione di Lanciano.
“Ho voluto fortemente quest’incontro per fare il punto sulla situazione e capire insieme come combattere il fenomeno. – afferma l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Marinella Sclocco – Tutta la mia solidarietà oggi va a Teresa, perché è stata purtroppo lei la vittima, ma rappresenta tutti noi”.
L’assessore regionale ha ribadito ancora la necessità di trovare soluzioni immediate, riportando gli allarmanti dati nazionali acquisiti su 20mila tra i 42mila iscritti all’albo professionale degli assistenti sociali sulla loro condizione lavorativa. “L’88% ha subìto violenza verbale, il 61% ha assistito ad una violenza – elenca la Sclocco – l’11% ha avuto danni a cose o beni ed il 35,8% ha avuto paura per l’incolumità propria e dei propri cari”. Sono dati che fanno riflettere su quanto il problema sicurezza sia grave e su quanto sia indispensabile creare un sistema che rende più facile il lavoro degli operatori.
“Ma cosa possiamo fare per rendere più sicuro il lavoro dei nostri assistenti sociali? – si chiede a Sclocco – Investire in formazione per aiutare gli operatori, non isolare il settore delle politiche sociali dagli altri palazzi comunali, controllare le vie di fuga e stare sempre in allerta”.
Dello stesso parere l’assessore Dora Bendotti che, nel sottolineare l’importanza della vicinanza della Regione Abruzzo, ha constatato come questo problema vada oltre il singolo episodio di violenza fisica. “Il mio assessorato ieri era aperto, con tutte le dipendenti. – racconta la Bendotti – Avrei capito anche un gesto di protesta, ma come sempre le nostre operatrici dimostrano un grande senso di responsabilità. Ciò che invece stigmatizzo è la rabbia venuta fuori sui social dopo l’aggressione. – prosegue – Ho letto commenti vergognosi e tristi che fanno capire quanto abbiamo toccato il fondo e quanto serio sia il problema culturale”.
Presente anche Teresa Cappiello che, con grande coraggio ma senza nascondere la paura, ha raccontato l’episodio di giovedì scorso. “Eravamo lì durante l’incontro protetto con le bambine quando l’uomo, ad un certo punto e senza alcun preavviso, mi ha sferrato un calcio. – ricorda – Io sono rimasta interdetta e lui, subito dopo, mi ha tirato un pugno in pieno volto, di cui porto ancora i segni. Poi ha iniziato a prendermi a calci e pugni fino a farmi cadere a terra. Ecco, – prosegue il racconto – lì ho pensato che per me era finita, ma poi mi sono detta che quell’uomo, quel giorno, non poteva impedirmi il ritorno dai miei cari. Ma soprattutto, dovrebbero essere le istituzioni, per cui lavoro con orgoglio, a tutelarci e proteggerci”.
Solidarietà e vicinanza anche dal sindaco Mario Pupillo. “L’assistente sociale è un lavoro di trincea. – conclude il sindaco – Lunedì ci riuniremo per decidere come implementare la sicurezza. Al momento l’unica soluzione sembra essere l’inserimento di una guarda giurata o di un vigile urbano. Questo fino a dicembre, – conclude – poi da gennaio rafforzeremo ulteriormente la sicurezza inserendo una voce ad hoc nel bilancio comunale”.