Non sono lastre di eternit abbandonate da qualche settimane, bensì da quasi un anno, quelle sul fiume Sangro [LEGGI QUI]. A denunciarlo, dopo il video shock dell’associazione ambientalista Nuovo Senso Civico [LEGGI QUI], è l’associazione Arci Pesca Fisa – Comitato Provinciale di Chieti che già dalla scorsa estate aveva segnalato la situazione all’opinione pubblica ed a tutti gli organi competenti quali la Provincia di Chieti, il Comune di Lanciano, Carabinieri Forestali, l’Arta Abruzzo, la Regione Abruzzo e la Asl.
“A distanza di quasi un anno, – afferma il presidente provinciale Arci Pesca, Giuseppe Zappetti – apprendere che nulla è stato fatto è davvero scandaloso. Non oso pensare al materiale trasportato dal fiume Sangro durante l’inverno, in occasione delle diverse piene. Inoltre, – prosegue Zappetti – nella relazione inviata, si chiedeva l’interdizione dell’area individuata ai pescatori che frequentano numerosi le sponde del fiume Sangro, per l’attività di pesca sportiva. Non siamo stati contattati da alcuna autorità”.
Alle autorità competenti, lo scorso 22 luglio 2017, era infatti stata segnalata la situazione di una “discarica abusiva costituita da un importante quantitativo abbandonato di onduline eternit”, si legge nella lettera inviata dall’Arci Pesca. Ed era stata richiesta l’interdizione dell’area ai pescatori “in quanto trattasi di eternit, – spiega la nota – materiale fibroso e friabile le cui singole fibre leggerissime e quasi microscopiche vengono inalate senza essere arrestate dalle ciglia delle vie aeree con conseguenze gravissime per la salute”.
A distanza di nove mesi, dunque, nulla è stato fatto e le oltre 300 lastre di eternit sono ancora lì, adagiate sulle rive del fiume del Sangro, senza che nessuno abbia vietato la pesca nella zona, con gli ovvi rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini.