Si è conclusa con 7 arresti una complessa ed articolata indagine “Overturned horse” condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lanciano avviata nel mese di dicembre del 2016 e volta a disarticolare un sodalizio criminale di etnia rumena e magrebina responsabile di numerosi reati contro il patrimonio perpetrati nelle province di Chieti, Campobasso e Foggia. Con l’accusa di furto aggravato e continuato e ricettazione con l’aggravate del crimine trans-nazionale, sono finiti in manette Mahroussi Slimahan, 36enne marocchino da Bomba, Ludica Constantin Marian, 20enne rumeno da Torremaggiore, Costate Samuel Mircea, 20enne marocchino da Torremaggior e(FG), Nicolae Adi, 31enne rumeno da Torremaggiore, Caporale Piero, 34enne da Casoli, Douieb Hicham, 37enne marocchino da Stornara (FG) e Nouri Younes, 35enne marocchino da Torremaggiore (FG).
Nei confronti degli indagati e di altri 8, risultati al momento irreperibili, tutti pluripregiudicati, il GIP del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, ha emesso altrettante ordinanze di custodia cautelare (2 in carcere e 13 ai domiciliari) che sono state eseguite la notte scorsa dai Carabinieri della Compagnia di Lanciano in collaborazione con i colleghi dei Comandi Provinciali di Foggia, Salerno e Cremona: Casoli, Stornara, Torremaggiore e San Severo, Eboli e Crema.
“La banda era specializzata nella perpetrazione di furti di materiale agricolo ed industriale e, soprattutto, di pannelli solari e fotovoltaici, che venivano successivamente imballati e trasportati in Marocco, dopo essere stati imbarcati nel porto di Genova e lì rivenduti. – fa sapere il neo capitano Vincenzo Orlando nel corso della conferenza stampa con i giornalisti – I carabinieri del Nucleo Operativo di Lanciano hanno ricostruito il modus operandi della banda ed i relativi profitti”. Un pannello fotovoltaico del valore di circa 300 euro, veniva venduto dai ladri all’organizzazione criminale operante in Marocco ad un prezzo di 40 euro circa.
“L’indagine ha preso avvio dalla constatazione di almeno 6 furti di cavi di corrente di media tensione nei mesi di novembre e dicembre del 2016 in alcune località della provincia di Chieti. – spiega il tenente Massimo Canale – Tramite complesse attività tecniche ed operative, consistite nell’intercettazione telefonica di circa 10 utenze in uso ai malviventi, nell’installazione di sistemi GPS sui loro veicoli e in servizi di osservazione e pedinamento, siamo risaliti ai ladri ed hanno iniziato un’articolata attività di monitoraggio grazie alla quale si è potuto individuare compiutamente la banda e le loro attività illecite”.
I Carabinieri infatti, nel corso delle attività di osservazione della compagine criminale, composta da rumeni e marocchini che si avvalevano di due basisti nel territorio abruzzese, hanno scoperto numerosi furti ai danni sia di aziende che di “parchi fotovoltaici” di cui la banda si era resa responsabile. Dal 14 dicembre 2016 nelle campagne di Lanciano, fino al 1 maggio 2017 quando i ladri, dopo essersi introdotti in un parco fotovoltaico nei pressi di Termoli, hanno portato via 300 pannelli caricandoli su un furgone rubato nei pressi. Nella circostanza la banda, vistasi braccata, ha tentato di fuggire a bordo di un furgone che, a causa della repentina manovra, si è ribaltato. Da qui il nome dell’operazione poiché in una telefonata i complici definiscono il veicolo “cavallo” arrabbiandosi che si era ribaltato durante il tentativo di fuga). La refurtiva, per un valore di oltre 60 mila euro è stata recuperata.
Le indagini hanno così portato i Carabinieri nella provincia di Foggia, dove la banda aveva il suo “covo”, ed in particolare nell’area di San Severo -Torremaggiore. Con enormi difficoltà, anche dettate dalla distanza, i Carabinieri sono riusciti ad identificare tutti i componenti della consorteria, malgrado le accortezze che gli stessi usavano per non farsi scoprire e sottoponendo ad indagine complessivamente 30 persone. I militari della Compagnia di Lanciano, negli ultimi giorni, hanno effettuato difficoltosi servizi di pedinamento per riuscire a localizzare i domicili degli indagati e questa notte, con l’ausilio dei Carabinieri dell’Arma territoriale di San Severo, Cerignola, Eboli e Crema, è quindi scattato il blitz.
Negli ultimi anni i parchi fotovoltaici sono stati presi di mira dai ladri ed il fenomeno rappresenta ormai una piaga per i proprietari. I furti provocano una perdita non solo a livello economico ma anche energetico e pregiudicano la politica di investimenti in energie rinnovabili. Le regioni italiane più a sud sono quelle maggiormente colpite perché più vicine ai paesi del Nord Africa dove la richiesta è alta ed è più difficile rintracciare i ladri e la refurtiva. Per far fronte al dilagante fenomeno criminale è stato ideato un “sistema antifurto”: ogni volta che un pannello viene collegato alla rete elettrica, riceve infatti un codice di riconoscimento univoco. Ma i ladri hanno bypassato l’ostacolo rivendendo i pannelli rubati al di fuori della rete elettrica nazionale: in Nord Africa, in Romania e nell’Europa dell’Est. Non a caso in Marocco o Tunisia si registra un boom di fotovoltaico “nero”.