All’indomani della proroga che ha dato una boccata d’ossigeno ai tribunali minori abruzzesi (QUI l’articolo), l’Ordine degli Avvocati di Lanciano non perde tempo e lancia un appello alla politica locale per far sì che questi ulteriori due anni non siano solo un prolungamento dell’agonia per i presidi di giustizia di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona.
“Vogliamo innanzitutto ringraziare il Governo ed i parlamentari tutti per questa nuova proroga – ha commentato l’avv. Silvana Vassalli, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lanciano affiancata dalla segretaria avv. Angela di Cicco e dal consigliere avv. Luigi Ciccarelli – ma è necessario mettersi subito al lavoro per non arrivare impreparati al 2020 ed agire sulla riforma giudiziaria con una nuova legge che possa mettere al riparo i nostri territori dalla chiusura dei tribunali”.
Ciò che auspicano gli avvocati di Lanciano è un tavolo comune con i sindaci del territorio che inizi a lavorare e a fare proposte da subito per evitare che l’Abruzzo rimanga tagliato a metà con il sud della regione completamente sguarnito da presidi di giustizia e sicurezza. “Ci troviamo alla vigilia di un voto nazionale e regionale – ha sottolineato la Vassalli – ed è importante non perdere ulteriore tempo ed iniziare a lavorare già da subito ad una nuova legge da approvare in Parlamento. Ora tre anni ci sembrano tanti, ma anche questa volta passeranno in un baleno”.
E la presidente si rifà alla volontà del governatore Luciano D’Alfonso di istituire una commissione di studio per presentare insieme una proposta valida e che possa essere la giusta alternativa ad una riforma che penalizzerebbe la parte meridionale della nostra regione. “Noi non ci tiriamo indietro e saremo bene felici di essere parte attiva in questa commissione, – ha proseguito Silvana Vassalli – ma è la politica che deve farsi carico di fare nuove proposte da presentare nei tavoli che contano ed in particolare dovranno essere i sindaci di Lanciano e Vasto a sedersi attorno ad un tavolo per trovare una linea comune”. Nessuno scontro né prevaricazione ma solo la volontà di trovare presto una soluzione come la creazione di polo adriatico ed uno aquilano in modo tale da accorpare i tribunali a coppie evitando una migrazione tanto massiccia quanto scomposta verso Chieti o L’Aquila.
L’appello è quindi a politici del territorio e amministratori locali per evitare un ulteriore allentamento dello Stato nei confronti dei cittadini che, a conti fatti, sarebbe il costo sociale maggiore da sostenere.