E’ questo il giorno in cui i lancianesi si recano in un volontario pellegrinaggio verso la chiesa di San Biagio, nel quartiere Lancianovecchia, dove viene celebrato l’antico rito dell’unzione della gola.
Il santo, conosciuto come il protettore della gola a causa di una prodigiosa guarigione di una bambino al quale si era conficcata una spina di pesce in gola, è una figura sentita e venerata a Lanciano forse anche in virtù della presenza di una chiesa a lui dedicata, la più antica della città, situata nei pressi dell’omonima porta, l’unica rimasta ancora in piedi.
In pochi rinunciano a questa antica tradizione perché si dice tenga al riparo dai malanni per tutto l’anno. I sacerdoti, in piedi sull’altare, intingono un pennellino nell’olio benedetto e lo passano sulla gola dei fedeli con le parole “per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal male della gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito Santo”.
Altra usanza nel giorno di San Biagio è la distribuzione in chiesa di candele e piccoli pani benedetti. Pare sia stato proprio il Santo ad indicare il pane come rimedio per togliere le spine di pesce che restano in gola ed i panini benedetti starebbero proprio a ricordare questo.
Tradizione meno religiosa e più culinaria sono i tipici taralli di San Biagio, salati con semi di finocchio oppure le ciambelle dolci ricoperte di zucchero, in vendita nei giorni che precedono e seguono la festa, in tutti i panifici della città per celebrare anche anche così questa antica e ancora sentita tradizione e, anche a tavola, farci prendere per la gola da San Biagio.