A pochi giorni dal consiglio comunale ad hoc (ecco il resoconto del consiglio, CLICCA QUI), si infiamma la polemica sul nuovo ospedale e sulla sua realizzazione.
Il consiglio ha approvato lo studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo ospedale nel sito attuale per una spesa di circa 80 milioni di euro. E mentre dalla maggioranza si dicono soddisfatti della scelta (LEGGI QUI per le dichiarazioni di Progetto Lanciano), è proprio su questa cifra che sono nati dubbi e perplessità, soprattutto tra i banchi della minoranza.
“La Regione ha deciso, ma non ancora approvato in Giunta regionale, – afferma Tonia Paolucci – che per salvare la sanità pubblica c’è bisogno dell’intervento dei privati, cioè tradotto in soldoni per realizzare il nuovo ospedale a Lanciano il 30% arriverà da un investimento pubblico, la restante parte dal privato”. Ovverosia la finanza di progetto con cui i privati verranno coinvolti nella realizzazione dell’opera e “successivamente il ristoro di tutto ciò è garantito al privato nella gestione dei servizi dell’opera stessa” dice la stessa Paolucci.
“Mi sarei aspettata un’alzata di scudi da parte della maggiornaza- prosegue la capogruppo di Liberazione – ma sono stati solo i ringraziamenti, inchini per l’assessore, per la Asl, per la Regione però nulla è stato chiesto per questa scelta che la Regione a breve si dovrebbe apprestare a fare”.
E’ scettica l’ex candidata a sindaco a causa di alcune battute dal governo centrale ed in seno alla stessa maggioranza regionale, all’apparenza in controtendenza con la scelta del project financing.
“I tre consiglieri Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri, – continua Tonia Paolucci – spiegano di non essere aprioristicamente contrari a progetti di Finanza che utilizzano fondi di privati per pubblico interesse ma ci tengono a rimarcare che decisione di tale portata (che impegnano per decenni le ASL della Regione e conseguentemente i cittadini) ‘non ci trovano d’accordo soprattutto laddove non siamo in grado di comprendere le ricadute e le conseguenze delle stesse’, la sanità, secondo i tre esponenti deve essere a trazione pubblica. Quindi capite il perché dei miei tanti interrogativi?”.
Motivazioni diverse, ma stessi dubbi e perplessità anche da Antonello Di Campli Finore (ALI) che non si mostra convinto della bontà della scelta.
“Come si attraggono soldi di investitori proponendogli un piano asfittico, senza la possibilità di un ritorno?- si chiede Di Campli Finore – Fare project financing significa coinvolgere soggetti privati nella realizzazione e nella gestione di opere pubbliche, o opere di pubblica utilità, in vista di entrate economiche future, legate alla vendita di servizi legati all’opera. Mi dite quali investimenti può attrarre l’ospedale dov’è adesso?”.
Secondo il rappresentante di ALI, “l’ospedale dov’è adesso vive una grande crisi perché non ha possibilità di espansione, non ha visibilità, non ha una logistica congeniale, non ha una rete di trasporto adeguata, non ha spazi, non genera un flusso di persone significativo. E’ strozzato nel centro abitato. Quali sono i tempi di rientro per chi investe?”. E non si ferma alle critiche ma propone anche una zona alternativa per andare incontro, a suo dire, alle esigenze di una Lanciano vista come città-territorio.
“Un posto congeniale sarebbe l’ormai ex area industriale di Lanciano, abbandonata, ma nello stesso tempo ha già tutte le opere di urbanizzazione realizzate ed adeguate, ha molti spazi che si possono recuperare, ha una viabilità migliore (variante, ferrovia). – spiega – Certamente è necessario un cambio di destinazione della zona, ci sono problemi da risolvere con il consorzio industriale, ma problemi molto trascurabili rispetto ad altri. Ed inoltre l’opera, molto probabilmente, costerebbe meno. Inoltre nell’attuale posto dove sorge l’ospedale potrebbe realizzarsi, tanto per fare un esempio, un’area direzionale, un polo scolastico, quindi servizi più consoni e più utili al centro di una città”.